NARRAZIONI - Schermi Musicali IV

NARRAZIONI - Schermi Musicali IV Sistemi multifonici di ascolto, prodotti dal CRM | Archivio CRM

Venerdì 5 luglio, ore 20.30
GOETHE-INSTITUT - Giardino basso   
Concerto-installazione. Opere elettroacustiche       

Otto schermi riflettenti (CRM), distribuiti nel Giardino basso del Goethe-Institut, consentono alle sorgenti sonore poste alle loro basi di ampliare i lobi d’irradiazione del suono e offrire all’ascoltatore uno scenario esteso, non localizzabile, entro il quale sono però percepibili le traiettorie o i movimenti del suono modulati in profondità e larghezza.  

Biglietto unico € 3,00


Michael Obst         Intermède (da Crystal world)         05.10

(dal ciclo “Kristallwelt”)
Realizzato presso lo Studio di Musica Elettronica del Conservatorio di Colonia


MICHAEL OBST
Francoforte (1955). Ha studiato Pianoforte con Alfons Kontarsky, e Aloys Kontarsky. Dal 1981 pianista con Ensemble Moderne. Dal 1986 ha collaborato per alcuni anni con Karlheinz Stockhausen come tastierista per la sua opera Licht. Dal 1979 al 1989 ha realizzato le proprie opere presso lo Studio di Musica Elettronica del Conservatorio di Colonia. E’ stato compositore ospite  presso gli studi di Gent (IPEM), Stoccolma (EMS) e Parigi (IRCAM). Ha vinto diversi premi internazionali di Musica Elettronica, tra cui nel 1985 la Competizione internazionale di musica elettronica di Bouges (Francia). Ha tenuto concerti in tutta Europa; il primo disco con composizioni elettroniche è stato pubblicato da WEGO nel 1984. Vive come compositore free-lance e pianista a Bonn.


Krzysztof Gawlas         Whales         07.00

Realizzato nel 2014, nella sua prima versione è un brano per violino, clarinetto e traccia elettronica. Il brano è stato eseguito per la prima volta al Festival Klang Werk Neue Musik II e successivamente in diversi festival internazionali. Del brano è stata realizzata una versione elettroacustica che si presenta in questo concerto..


KRZYSZTOF GAWLAS
Compositore, Improvvisatore, Direttore del suono e Sound designer. Nel 2006 ha conseguito il dottorato e nel 2014 - il titolo di docente di Composizione e Teoria Musicale presso l'Accademia Musicale di Katowice. Si è laureato in Educazione musicale all'Università della Slesia, filiale di Cieszyn. Nel 2012 ha svolto il tirocinio artistico nell'ambito della regia musicale presso l'Università Frederic Chopin di Varsavia. Il suo interesse è rivolto alla musica elettronica e all’uso di computer per la composizione, l’esecuzione musicale, le sintesi, la trasformazione e spazializzazione del suono. Ha preso parte ai corsi di Musica Elettronica organizzati dall'IRCAM di Cracovia e Parigi. Scrive opere elettroniche, da camera con l'uso interattivo di dispositivi elettronici. L’opera Spherical Voices ha vinto il premio al concorso internazionale di musica elettroacustica Musica Novadi Praga nel 2012.


Katharina Klement         Bardo V         04.00

Bardo V (un modo di vivere la realtà) è il penultimo di sei brani di una composizione. Il titolo si riferisce al Libro Tibetano della Morte, che offre ad una persona appena morta un percorso attraverso "ciò che si è appena lasciato" nel passato, verso uno stato "non ancora raggiunto" del futuro. Prodotto dall’Istituto di Musica Elettroacustica e Sperimentale di Vienna (ELAK) 1991/92, è stato eseguito al Elektronischer Frühling nel 1993.;


KATHARINA KLEMENT
Nato a Graz, Austria 1963. Ha studiato Pianoforte, Composizione, seguito Corsi di Elettroacustica e Musica sperimentale alla Università di Musica di Vienna. Ha seguito il corso “Music technology” all’Università di York (UK), e studi privati di Improvvisazione della danza e di arti plastiche. Compositrice-performer nell’ambito della musica strumentale ed elettronica e dell’improvvisazione.  Ha seguito progetti crossover di musica, testo, video, performance. Autrice di numerose composizioni multicanale in combinazione con strumenti e /o voci. Particolare interesse dedica al pianoforte e alle sue tecniche di riproduzione estesa, installazioni sonore. Fondatrice e membro di numerosi ensemble per la musica d’improvvisazione.


Peter Ablinger         Weiss/Weisslich 22a (Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Bruckner, Mahler)         04.00

Per poter rendere il rumore indispensabile, (..) è necessario che un filtro di ridondanza diventi effettivo. Questo filtro che deve essere cercato, trasforma il rumore in un segmento, in una realtà percepita. La possibilità di manipolazione è dovuta alla precisione della sottrazione del fruscio dal fruscio. Solo quando avremo trovato la possibilità di percepire come differenza ciò che abbiamo sottratto al fruscio, la realtà si renderà percepibile. Il brano è stato prodotto dall’Institute of Electronic Music di Graz (IEM) nel 1996 e presentato all’Elektronischer Frühling nel 1996..


PETER ABLINGER
Nato a Schwanenstadt, Austria 1959. Ha studiato Grafica a Linz. Entusiasta del free jazz, ha studiato dal 1977 al 1979 Pianoforte jazz all'Accademia di musica di Graz. Ha studiato Composizione con Gösta Neuwirth a Graz, e con Roman Haubenstock-Ramati al Conservatorio di Vienna.  Dal 1982 vive a Berlino, dove ha insegnato fino al 1990 presso la Scuola di Musica di Kreuzberg e da allora è attivo come compositore freelance. Nel 1988 ha fondato l'Ensemble Zwischentöne, che ha diretto fino al 2007. E’ stato ospite e docente presso varie università e istituti tra cui la Columbia University di New York, il BARD College, la Manhattan School of Music, Yale e Harvard / Cambridge. Dal 2012-2017 è stato ricercatore presso la Huddersfield University.  Ha avviato e diretto numerosi festival.


Benjamin Grosser         If But Or         02.18

E’ stata realizzata utilizzando un software originale, scritto dal compositore..


BENJAMIN GROSSER
Crea esperiene interattive, macchine e sistemi che esaminano gli effetti culturali, sociali e politici del software. Si è esibito recentemente al Barbican Centre a Londra, al museo Kesselhaus di Berlino, al museo das Comunicações a Lisbona e alla Galleria Charlot a Parigi. I suoi lavori sono stati presentati dal New Yorker, Wired, The Atlantic, The Guardian, The Washington Post, El País, Libération, Süddeutsche Zeitung e Der Spiegel. Il “Chigago Tribune” lo ha definito "Re impareggiabile del no-sense". Slate parla del suo lavoro come "disobbedienza civile creativa nell'era digitale". E’ docente alla Scuola di Arte e Design e co-fondatore del Critical Technology Studies Lab al National Center for Supercomputing Applications all’università di Illinois, Urbana-Champaign, USA.


Gerhard Stäbler         Gagaku – Sojo no Choshi         07.41

Ogni forma di Gagaku è introdotto da un tipo di preludio. E’ chiamato “Choshi” e si usa per suscitare varie sensazione nell’ascoltatore. La musica Gagaku contiene rappresentazioni simboliche di fenomeni naturali come le stagioni, punti cardinali, colori ed elementi. “Banshikicho” simboleggia l’inverno, il nord, il colore nero e la pietra; Sojo sta per primavera, l’est, il colore blu-verde e la foresta.


GERHARD STÄBLER
Nato nel 1949 a Wilhelmsdorf vicino a Ravensburg (d). Ha studiato con Klaus Huber ed è venuto alla ribalta con l’Orchestra "L'acronimo” (The Garbage Truck Drivers di San Francisco), nel 1990. Ha ottenuto diverse residenze artistiche all'estero, tra cui all’Università di Stanford negli anni '80 e alla Yonsei University a Seoul nel 1988, ha visitato ripetutamente Israele e il Libano, scrivendo una cantata da camera Den Toten von Sabra und Chatila a poesie del poeta palestinese Tawfiq Ziad (1982). In Germania ha concentrato le sue attività nell'area della Ruhr.


Francesco Galante         Guardate il globo che gira         12.57

Il pezzo è stato originariamente realizzato ed eseguito in pubblico all’interno di una performance di danza sperimentale della coreografa-danzatrice Alessandra Gallone. In questa versione l’impianto drammaturgico e i tempi sono stati in parte modificati e finalizzati ad un “teatro dell’ascolto”. L’opera fa esplicito riferimento ai drammatici avvenimenti delle manifestazioni del movimento no-global avvenute a Genova nel Luglio 2001. Partendo da quegli avvenimenti luttuosi e tragici, rimasti nella memoria collettiva della società civile, la musica è stata pensata e realizzata circa due anni più tardi e prende i materiali sonori dai documenti audiovisivi amatoriali e giornalistici, testimonianza diretta di quanto è effettivamente avvenuto. Un ampio catalogo di frammenti sonori è stato estratto dallo studio delle sequenze filmate, e successivamente de-composti spettralmente e temporalmente e riorganizzati in modo da delineare dei modelli sonoro-musicali sui quali ho poi lavorato. Il titolo del pezzo è tratto da un verso del poeta e scrittore americano Walt Whitman..


FRANCESCO GALANTE 
Nato a Roma nel 1956 si è diplomato in Musica Elettronica con Giorgio Nottoli. Successivamente ha studiato in Francia presso il GMEB-IMEB di Bourges. Ha iniziato la sua attività di compositore-ricercatore presso il “Centro per la Musica Sperimentale”di Domenico Guaccero a Roma. Oltre all’attività di compositore, ha lavorato nell’abito della ricerca scientifico-tecnologica applicata al suono. È stato tra i fondatori della SIM Società di Informatica Musicale di Roma, membro dell’Associazione Musica Verticale che ha anche diretto nel 1980-81. Studioso della Musica Elettroacustica e saggista (dal 1990 è redattore della rivista di studi musicali Musica/Realtà di Milano) ha pubblicato: “Musica Espansa” (coautore Nicola Sani) ed. Ricordi, Milano e Metafonie (coautore Luigi Pestalozza) ed. LIM Lucca.  La sua musica è stata eseguita in Italia e in numerosi festival internazionali. Attualmente è docente di Musica Elettronica presso il Conservatorio di musica di Cosenza.


Andrea Vigani         (Ir)realtà possibili         09.08

Nel ventre di un pianoforte virtuale, fra corde e parti meccaniche (ri)costruite, suoni impazziti in frammenti e schegge di memorie meccaniche, lì superfici e corde sono suonate da rumore bianco, plettri e martelletti di ogni materiale, dita, campioni di un pianoforte reale, suoni di modulazione di frequenza e grumi armonici nell’illusione che sia tutto vero, che, fuori, sui tasti bianchi e neri qualcuno stia suonando uno Studio di Skrjabin e qui anche il rumore di fondo prende vita e ti ronza attorno come un coro lontano ma il laser si inceppa, il sincrono viene meno e queste pareti di nichel e rame sembrano implodere; un dubbio di realtà si insinua come un vuoto..


ANDREA VIGANI
Nato a Milano nel 1970, si è diplomato in Violino, in Composizione e in Musica Elettronica presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Dal 1989-91 si è perfezionato in Quartetto d’archi, Musica da camera e Composizione con Piero Farulli, Milan Skampa e Franco Donatoni alla Scuola di Musica di Fiesole, all’Accademia Chigiana di Siena e all’IRCAM di Parigi. Ha ricevuto diversi premi internazionali, fra i quali: Premio della giuria al Concorso Città di Pavia (1990), primo premio all’Edvard Grieg Competition for Young Composers (Oslo 1995), Composer’s Arena (Amsterdam 1997), Città di Udine (1998), Pomeriggi Musicali - 5 giovani compositori per il Giubileo (Milano 2000), Klangforumwien-prize (1998), Gaudeamus Music Week (Amsterdam 2000), premio Camillo Togni (Brescia 2000 e 2002), Comité de lecture IRCAM – Ensemble Intercontemporain (Parigi 2001).


Serena Tamburini         Grafo         09.22

La tipologia e la morfologia del materiale di “Grafo” vengono ricavate da un disegno. In sé il disegno è molto semplice ma ha come caratteristica importante quella di avere delle rigorose proporzioni che racchiudono lo spazio. Le linee, il loro colore, il loro spessore, il loro movimento, la loro presenza-assenza, oltre che essere deputate alla definizione del materiale, stabiliscono e guidano l’andamento delle diverse voci che si sovrappongono nel corso del pezzo. Il disegno è quindi basilare anche per la struttura. Il materiale è principalmente sintetico e realizzato tramite la sintesi sottrattiva. Soltanto pochi elementi sono concreti: anch’essi fortemente elaborati hanno perso quasi completamente il loro carattere originale.).


SERENA TAMBURINI 
Flautista, ha affiancato per diversi anni l’attività di performer di musica contemporanea allo studio e all’insegnamento della Musica Antica e Barocca con i flauti dolci. Dai primi anni ’80 inizia il suo lavoro di compositore dedicandosi alle opere elettroacustiche. Collabora alla messa a punto, realizzando opere musicali, di prototipi di macchine e programmi dedicati alla generazione e gestione del suono come il sintetizzatore WS-8, realizzato in collaborazione con l’Istituto di Acustica “Corbino” del C.N.R di Roma, e i linguaggi ad altro livello per la gestione dei parametri musicali MSYS/03 E MSYS/07. Interessata alla diffusione della musica contemporanea, per circa sei anni è stata uno dei direttori responsabili dell’Associazione “MUSICA VERTICALE” e, successivamente dell’Associazione “SIMMETRIA”. Ha scritto e pubblicato diversi testi tra cui: “Programmare i SintetizzatorI DX” in collaborazione con Nicola Sani e “L’Acustica della musica”. Ha curato, insieme a Mauro Bagella, il libro “I Profili del suono”, raccolta di saggi di compositori elettroacustici internazionali. I suoi lavori, alcuni editi da EDIPAN e BMG Ariola, hanno avuto numerose esecuzioni in Italia e all’estero sia in concerti che in trasmissioni radio. E’ stata docente di Musica Elettronica per diversi anni.